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C.

non si giudica un libro dalla copertina


"Ci si angoscia, si va nel pallone, incredibile la capacità di sopportazione di una donna, la chiamano cuore."


Ogni libro di Annie Ernaux è, per noi, una lettura imperdibile e imperdibile deve essere, nella libreria di chiunque, anche il suo ultimo (anche se scritto 30 anni fa, è stato pubblicato solo ora in Italia) "La donna gelata".

Lo chiudiamo con il cuore gonfio d'amore per questa donna dalla penna incredibile, che sa smuovere in noi sentimenti profondi e profonde riflessioni.


La protagonista è sempre lei, Annie, attorno alla quale ruotano tutti i suoi libri, (molti anni fa chiese di togliere il termine "romanzo" dalle copertine in quanto erano, se non completamente, almeno in buona parte autobiografici) e anche stavolta, attingendo dalle sue esperienze di vita, una vita a conti fatti abbastanza comune, riesce a parlare di me, di noi, della società, del mondo.


"Sto cercando il legame tra la me ragazza e la donna, e so che c'è almeno un'ombra che non si è mai affacciata sulla mia infanzia: l'idea che le bambine siano creature tenere e deboli, inferiori ai maschi. Che ci siano differenze nei ruoli. [...]

Né virilità, né femminilità: sono parole che imparerò in seguito, e resteranno solo quello, parole, perché ancora adesso non so bene cosa stiano a indicare.""


In questo volume ripercorre la sua vita dall'infanzia all'età adulta affrontando il tema dell'essere femmina, di come il modello imposto dalla società e dall'onnipresente universo maschile non l'abbia mai, fin da piccola, rappresentata ma di come, anche lei, si sia ritrovata, suo malgrado, a incarnare, intrappolata in un ruolo che ha sempre rinnegato.

Mostra di come una bambina, cresciuta in una famiglia in cui i ruoli di genere erano tutt'altro che comuni (sua madre teneva i conti della bottega mentre il padre lavava i piatti) e in cui le donne erano rozze e pratiche, donne che sgobbavano nei campi e che facevano ammucchiare la polvere sui mobili senza preoccuparsene, si sia dovuta, comunque, adattare a uno stereotipo imposto dalla società, quello di donna curata e composta, votata alla cura della casa, del marito e dei figli.

Una donna che studia ma che mette da parte gli studi di fronte all'obiettivo del matrimonio, la più alta ambizione di una ragazza, così le dicono ma lei, stirare, lavare e cucinare non le ha mai viste come virtù, ma del resto... per chi lo sono?


"In me si fa largo confusamente la convinzione che quasi tutti i guai delle donne siano causati dagli uomini. Ma non resto a pensare troppo, il mio modello è mia madre, e lei della vittima non ha proprio un bel nulla."


Un libro di trent'anni fa ma per nulla invecchiato, purtroppo, nei temi, e scritto con la solita delicatezza e profondità della Ernaux: una scrittrice incredibile, dallo stile personalissimo che mostra quanto, all'interno di una vita comune ci siano gli spunti per avvicinarsi a milioni di vite diverse, l'ennesima conferma di quanto innegabilmente sia una delle più grandi scrittrici dei nostri tempi.


5/5

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