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S.

non si giudica un libro dalla copertina


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"Forse non riuscirò mai a raggiungerti. Tu sei rinchiuso lì dentro.

Io sono rinchiusa qui fuori."


Il mio sarà un post piuttosto breve, perché questo libro non mi ha lasciato molto da dire e nemmeno da sentire.

Partita con le migliori intenzioni, dopo averlo sentito consigliare dal solito youtuber di riferimento (che di solito sbaglia pochissimo), e averlo visto tra le scelte per il Premio Strega di quest'anno nientemeno che da Paolo Sorrentino (idolo indiscusso), mi chiedo ora... perché?

Per quale motivo lo hanno consigliato con tanta enfasi? Sarò senz'altro sbagliata io ma questo libro mi ha inizialmente entusiasmato e poi amaramente delusa.

Dopo un inizio confortante (ma niente di che), la noia.

Valeria Costas, voce narrante, è una famosa scrittrice che da 25 anni ha una relazione con un uomo sposato molto famoso, Martin Aclà, un ricco industriale argentino che ora vive a Londra con moglie, famosa pittrice, e figlia.

Valeria apprende per radio che il suo amante ha avuto un ictus cerebrale ed è in fin di vita. Per riuscire a vederlo e introdursi quindi in casa della famiglia Aclà, dove Martin giace in una stanza praticamente in coma, chiede alla moglie di farle un ritratto per la quarta di copertina del suo nuovo libro.


Insomma, non si può dire che la trama non sia avvincente ma lo svolgimento aldilà, come detto, delle prime pagine di presentazione e di alcuni momenti di flashback in cui lei ricorda il tempo passato con il suo amante e ripercorre un passato comune fatto di perdite e sofferenza, non propone grandi emozioni e neanche molto da dire.

L'autrice si interroga sul senso della scomparsa, della sparizione in quanto entrambi gli innamorati hanno avuto perdite familiari da giovani e si sono ritrovati tutta la vita a doverci fare i conti, e sulla possibilità di sopravvivenza a questo grande dolore.

Quindi, detto così, sembrerebbe proprio una gran figata. E invece no. Perché nonostante le belle intenzioni e la scrittura senz'altro esemplare, non mi ha portata da nessuna parte, non mi ha emozionata. Mi ha lasciata lì a interrogarmi sulle tante possibilità di sviluppo di una trama che invece ad un certo punto si è rivelata scontata, e sulla mancata empatia.

Tutto è un po' piatto e ci si trascina sui gomiti (non senza fatica) chiedendosi... perché tutto ciò?

Dispiace, soprattutto, non essere d'accordo con Paolo Sorrentino, ma questo è quanto.

Troppo poco.


2/5



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