In effetti ci mancava un bel "C'E' CHI DICE DI NO"!
Da troppo tempo non sfogavamo le nostre frustrazioni in un bel post cattivo e irriverente. E quale migliore occasione di un film dei fratelli Manetti , che in questo senso non ci hanno mai, ma proprio mai, deluso. Ci hanno sempre offerto materiale che nella migliore delle ipotesi può essere definito mediocre.
Ci troviamo di fronte all'ultimo film dei registi romani, "Diabolik" del quale siamo riuscite a guardare solamente 40 minuti (percepiti 400).
Per alcuni brutti film infatti, la visione totale di solito è anche occasione per farsi due risate ma in questo caso non c'è manco niente da ridere!
Un tentativo di creare un cinecomic tutto italiano (ma perché, poi), con un budget assurdo e l'inserimento di attori molto stimati che avrebbero sicuramente richiamato il grande pubblico, fallito miseramente.
Per quanto ci riguarda è andata così, in effetti. Conoscevamo già qualche lavoro dei Manetti Bros e quindi già sapevamo cosa ci aspettava, ma Marinelli (che interpreta Diabolik) ha destato la nostra attenzione (occhi a cuore e amore vero per lui).
Uno sguardo che dopo 5 minuti è diventato sbadiglio, che dopo 10 minuti bestemmia, che dopo 40 minuti insulti e maledizioni. Che dopo abbiamo spento il televisore con amarezza e delusione.
Alla presentazione del film alla stampa i Manetti hanno elegantemente sentenziato:
"Noi ci rivolgiamo a noi stessi, sperando che quello che ci piace piaccia anche agli altri.
Non c'è un progetto di pubblico."
Ma che simpaticoni questi Manetti, che hanno voluto fare un film alla "come ce pare a noi", con quel gusto retrò che piace solo a loro. Ottimo lavoro, non c'è che dire.
...e a non pensare al pubblico, il pubblico lo perdete.
La fotografia è orrenda (manco nelle peggiori fiction RAI), la sceneggiatura piatta piattissima e la recitazione, ahimè, al limite del ridicolo. Un film spento dal minuto zero con ritmi dilatati e nessuna tensione; il che è tutto un dire se si pensa che dovrebbe essere un film d'azione.
Ad un certo punto ci si aspetta un po' di vivacità, un po' di brivido. L'emozione di un inseguimento, la tensione di un agguato, la sensualità di un incontro. E invece ci si ritrova con lo sguardo attonito, incredulo, di fronte a tanta inconsistenza.
Un vero fallimento, una colossale perdita di tempo.
Un grandioso "C'è chi dice MAI PIU'"!
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