Vi parlerò di due libri che mi hanno deluso, devo dire piuttosto inaspettatamente e che potrebbero benissimo entrare nella categoria "C'è chi dice NO"!
Entrambi gli autori infatti sono stati da me talmente amati, nei loro precedenti lavori, da indurmi ad aspettative evidentemente inattese.
Elena Ferrante, che con la sua tetralogia dell'Amica Geniale aveva stregato anche me oltre ad aver avuto un successo mondiale, la attendevo con molta curiosità così come Nickolas Butler, il cui "Shotgun Lovesong" mi aveva piacevolmente trasportata in quell'America rurale e controversa che tanto amo.
E quindi mi chiedo, a questo punto, come hanno potuto deludermi in questo modo?
La vita bugiarda degli adulti:
Cara Elena Ferrante (o chi per te), se avessi voluto una storia simile all'Amica Geniale, avrei riletto l'Amica Geniale, no?
E' vero che le aspettative erano altissime e che ripetere quel successo sarebbe stato quasi impossibile ma questa mi è parsa una presa per i fondelli. Sì, è scritto bene, sì, si legge con facilità, ma non è assolutamente sufficiente.
Per cui, per la trama, prendete uno a caso dei quattro libri della tetralogia, cambiate nomi, modificate ovviamente un po' la storia, rimanete a Napoli e voilà ecco il nuovo romanzo.
Le tematiche sono sempre le stesse: rapporti tra amiche adolescenti, la scoperta del sesso, genitori poco presenti e la bella Napoli a fare da sfondo alle vicende.
In realtà l'inizio non è stato affatto male. Giovanna, la ragazzina in questione, ascolta di nascosto l'adorato padre, confidarsi con la madre sul fatto che la giovane figlia stia diventando brutta come l'odiata zia. Questo segreto, carpito al padre, la disorienta parecchio e la fa entrare bruscamente nell'età adulta.
Lo svolgimento però, oltre ad assomigliare molto ai suoi precedenti lavori, è piatto e scontato, deludente e noioso.
Come detto la Ferrante non ha nulla da invidiare ai grandi scrittori grazie ad un talento innegabile che però in questo romanzo è sembrato proprio sprecato, al servizio di quello che sembra pura operazione commerciale che poco ha a che fare con la letteratura a cui ci aveva abituati.
Speriamo non ci sia un seguito, anche se il finale lascia presagire proprio questo; in ogni caso per me finisce qua.
2/5
Uomini di poca fede:
Non ho molto da dire su questo romanzo.
Grande delusione.
Siamo sempre nelle comunità rurali del Wisconsin, dove vivono Lyle e Peg, una coppia di coniugi sulla sessantina innamorati della figlia adottiva e del nipote. Shiloh, la figlia, creerà non poco scompiglio alla comunità, legandosi ad una setta, dominata dalla figura di un pastore giovane e carismatico, Steven, del quale si innamorerà.
Una via di mezzo tra una denuncia nei confronti di sette e religioni che in maniera arrogante credono di poter curare i propri figli attraverso la preghiera e non attraverso la scienza e la medicina e dall'altro una strizzatina d'occhio a chi non crede in Dio ma un po' sì perché in fondo ognuno, nella vita, cerca di sfangarla come può.
Il classico colpo al cerchio e colpo alla botte. Ecco, proprio il tipo di argomentazione che mi manda in bestia.
Per cui taccio.
E boccio.
Se non che, il buon Butler scrive bene per cui gli lascio il beneficio del voto, seppur minimo.
2/5