L'amore.
Il matrimonio.
Il divorzio.
Argomenti trattati più e più volte ma che in pochi però sono riusciti a rendere con rispetto, profondità, intelligenza ed empatia,
e a rendere giustizia a quel mondo di sentimenti e precari equilibri che coesistono nel momento in cui una coppia che si è amata, decide di lasciarsi.
Il film è "Storia di un matrimonio" di Noah Baumbach, presentato all'ultimo Festival di Venezia e che ha già fatto manbassa di nomination agli imminenti Golden Globe (e gli Oscar non saranno da meno).
Nei ruoli di moglie e marito troviamo Scarlett Johansson e Adam Driver che interpretano una giovane coppia di genitori, lui acclamato regista Off-Broadway e lei ex attrice di serie Tv ora interprete principale delle opere teatrali del marito.
Nicole e Charlie si sono amati davvero e si stanno lasciando comunque.
Il motivo non è un tradimento, non è neanche la fine dell'amore, è quell'insieme di piccole/grandi cose che portano all'infelicità, spesso di uno solo della coppia.
Decidono di lasciarsi senza mettere di mezzo gli avvocati ma così non sarà e quelle due persone, capaci di dirsi tutto, di confrontarsi e rispettarsi sempre e comunque, finiscono vittime loro stessi di un meccanismo ormai innescato che tirerà fuori il peggio di loro inserendoli in un enorme paradosso da cui cercheranno di salvarsi.
La sceneggiatura è di una bellezza unica e loro di una bravura oltre il pensabile (un plauso però anche ai 3 strepitosi avvocati, Laura Dern, Alan Alda e Ray Liotta).
Un film che mette in ginocchio lo spettatore mostrandogli una serie di dure verità raccontate attraverso un’empatia straziante che ci fa capire che cosa vuol dire davvero essere vivi, amare e soffrire.
Un film che non si schiera dalla parte di nessuno, entrambi colpevoli e vittime; che parla di separazione ma anche di quell'amore che può vivere, in forma diversa, in eterno. Di quell'intimità che una volta raggiunta non abbandona mai, fatta di piccoli gesti e attenzioni e che ti farà sempre sentire, con quella persona, a casa.
Questo è stato l'anno di "Joker" (ed è giusto così, ogni premio sarà meritato) ma quest'opera, anche se non riuscirà a portare a casa i riconoscimenti che gli spetterebbero, resterà nella storia del cinema, di quello bello.