And the Oscar goes to....
MIGLIOR FILM: LA FAVORITA (su questo non abbiamo dubbi, speriamo non ne abbia neanche l'Academy)
MIGLIORE REGIA: CUARON (o lui o Lanthimos ma lui ci piace di più)
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA: CHRISTIAN BALE (perchè SI, poi ha dichiarato che non ingrasserà più e quindi bisogna)
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA: OLIVIA COLMAN (non scherziamo...non c'è proprio gara)
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA: SAM ROCKWELL (per simpatia e perché come fa il bifolco lui nessuno, a parte Bush, quello vero)
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA: EMMA STONE /RACHEL WEISZ (dovrebbero darlo a entrambe, se solo si potesse)
MIGLIOR FILM STRANIERO: ROMA (ammettiamo di non aver visto gli altri ma Roma è TROPPO bello)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: LA FAVORITA (perché una roba così la pensano e scrivono in pochi)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: BLACKkKLANSMAN ( perché Spike se lo merita, stavolta)
Questi i nostri preferiti nella corsa ai più importanti premi Oscar, che si terrà domenica 24 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles.
Vedremo se il nostro gusto incontrerà quello dell'Academy.
Parlando di film da Oscar, in Italia è arrivato anche Copia Originale, candidato a 3 premi tra i quali Migliore Attrice protagonista a Melissa McCarthy. Non pensiamo sarà il suo anno, ma il film è sicuramente da vedere e dell'interpretazione della McCarthy, famosa per il suo lato comico ma al suo esordio in un ruolo drammatico, si stanno leggendo grandi cose. Tratto dall'autobiografia "Can you ever forgive me" (titolo originale anche del film e sicuramente più bello della versione italiana) di Lee Israel, il film racconta la storia della biografa che dopo essere caduta in disgrazia decide di contraffare lettere di scrittori e celebrità decedute per pagare l’affitto. Iniziando a falsificare proprio un paio di lettere di Fanny Brice, create da zero, imitandone lo stile e il carattere brillante, Lee Israel continua poi in seguito creando altra corrispondenza fasulla di personaggi famosi tra cui Louise Brooks, Dorothy Parker, Ernest Hemingway e Noël Coward. Tutte vendute come originali per cospicue somme.
Secondo consiglio cinematografico, stavolta gli Oscar non centrano niente, è il documentario sulla stilista Vivienne Westwood: "Westwood. Punk, Icona, Attivista". Il film su uno dei personaggi più stravaganti, irriverenti e iconici della moda e non solo, della cultura contemporanea, esplora la sua ascesa verso il successo, mostrando da vicino il suo talento, il suo attivismo e la sua significativa importanza culturale. Interecciando il materiale d'archivio e quello inedito, viene raccontata in modo intimo la storia di Vivienne, attraverso le sue stesse parole e le toccanti interviste alla sua cerchia di familiari, amici e collaboratori.
"Solo un fiume a separarci" di Francisco Cantù (Minimum Fax).
Americano di origini messicane, Cantù, giornalista e studioso ha pensato bene che per poter parlare e scrivere del fenomeno dei flussi migratori dovesse iscriversi all'Accademia di Polizia per diventare guardia di frontiera.
Sono proprio gli incontri con i nuovi "dannati della terra" di cui ci racconta in questo libro: i suoi «dispacci dalla frontiera», pubblicati per la prima volta nel febbraio 2018, mentre l’amministrazione Trump rilanciava con insistenza il progetto di un muro tra Stati Uniti e Messico, hanno suscitato clamore e un dibattito appassionato, che ha portato il libro alle prime posizioni nella classifica dei bestseller.
"La Grande Esposizione" di Marie Hermanson (Guanda)
La scrittrice svedese alle prese con un giallo storico che mischia sapientemente realtà e fantasia nei primi Anni Venti, coinvolgendo nella vicenda un personaggio di primo piano mondiale quale Albert Einstein.
"Cuori fanatici. Amore e ragione" di Edoardo Albinati (Rizzoli)
Torna il vincitore dello Strega 2016 con "La Scuola Cattolica". Si tratta di un romanzo corale che racconta due vite, un'amicizia, quella di Nanni e Nico nella Roma degli anni ottanta, ma anche un'Italia indolente, destinata a ripetere sempre gli stessi errori.
In crisi di astinenza da Stranger Things ritroviamo Finn Wolfhard con dei capelli davvero improbabili cantare "Take On Me" degli a-ha in un video dei Weezer che si rifà ovviamente all'originale. Noi, ragazzine negli anni 80, ci innamorammo tutte di Morten Harket che a bellezza resta insuperabile anche se il giovane Finn in fighaggine se la cava bene. Il pezzo lo conosciamo tutti e ora lo riascoltiamo.