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S.

non si giudica un libro dalla copertina


Annie Ernaux - Memorie di ragazza - L'orma editore

"Gli altri partecipanti al convegno si sono tutti precipitati nei musei, io a North Finchley, nella mia vita passata. Non sono culturale, per me conta solo una cosa, cogliere la vita, il tempo, comprendere e godere"

Ecco, il mio post potrebbe finire qua. Forse è il caso che non aggiunga altro.

Scrivere una recensione decente di tanta bellezza, è come sempre difficile. Si ha sempre paura di non rendere abbastanza omaggio al saper scrivere.

Ma mi armerò di coraggio e lo farò, sperando di rendere l'idea e di incuriosire i lettori che so già, non rimarranno delusi.

Dopo "Il posto", "Gli Anni" e "L'altra figlia", per i quali ho reagito con altrettanto entusiasmo, l'acquisto di "Memoria di ragazza" è stato un gesto automatico, obbligatorio. Come per le grandi attese, come per le uscite che aspetti con ansia...

Ed eccomi qua dunque, ad esaltare le doti di questa immensa scrittrice, che anche questa volta è riuscita, con la sua scrittura che pare distaccata e fredda ma che solo in questa maniera trova la giusta distanza, a raccontare di sé come se fosse altro da sé.

Ci racconta di Annie Duchesne: lei a 18 anni. Nell'età di passaggio, della ribellione, delle prime esperienze sessuali, delle violenze, fisiche e psicologiche. Lei, che dal suo paese in cui ha frequentato un collegio di suore, si ritrova a fare l'educatrice a S., finalmente lontana dallo sguardo indagatore dei genitori. Lei che si sente differente dalle altre ragazze della sua età, che ascolta musica impegnata, legge libri e si cura poco del suo aspetto fisico si troverà a dover fare i conti con le prime esperienze sessuali (il desiderio per l'educatore H), con i problemi con il cibo e con le prime difficoltà nello studio (fino ad allora inconcepibili).

E' forte la motivazione che la spinge ad agire nel tentativo di essere diversa rispetto alla brava ragazza che è sempre stata.

La Ernaux ci parla dei suoi 18 anni mettendo insieme ricordi, pezzi di diario e fotografie, senza riconoscersi totalmente, con una scrittura che è anche una liberazione, una catarsi.

Anche in questa opera la sua è un' autobiografia atipica, impersonale, come se la ragazza del '58 non fosse lei.

"La ragazza nella foto non è me, ma non è una finzione. Non esiste nessun'altra persona al mondo di cui abbia una conoscenza tanto estesa"

Questo libro è coinvolgente. La sua forma e le sue considerazioni hanno stimolato un confronto aperto con la giovane me. Ripensando alla mia adolescenza, mi sono sorte spontanee domande a cui forse non saprei dare risposte immediate.

Cosa scriverei di me diciottenne?

Come vedo la giovane me, dopo tanti anni?

Cosa pensavo? quali erano i miei gesti?

Probabilmente dovrei scavare, cercare nei ricordi, nelle fotografie, nei diari...così come ha fatto la Ernaux, ma certamente non potrei mai scriverne come lei. Nemmeno fra un milione di anni. Pura magia.

Libro dopo libro abbiamo imparato a conoscere la sua vita, che come un puzzle si è piano piano ricomposto, con grande discrezione e delicatezza.

Cala un pò di tono nel raccontare gli anni degli studi superiori ma la sua scrittura rimane efficace, sublime ed elegante.

"E' la mancanza di senso di ciò che si vive nel momento in cui lo si vive, che moltiplica le possibilità di scrittura"

4,5/5


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